Alcuni commenti sulla mostra «Vincenzo Vela (1820-1891). Poesia del reale».
«Un'occasione unica per approfondire la conoscenza dell'artista, su tutto l'arco della sua produzione, dai suoi esordi fino alla sua ultima realizzazione»: così scrive il Corriere del Ticino a proposito della a mostra «Vincenzo Vela (1820-1891). Poesia del reale», concepita in occasione del bicentenario della nascita di Vela. Si tratta davvero di un’occasione unica, perché vi sono esposte opere meno note dello scultore, provenienti da depositi o da raccolte pubbliche e private, oltre a una selezione di dipinti, fogli grafici e fotografie appartenenti alle collezioni del Museo. Ancora il Corriere del Ticino ha elogiato la collezione di fotografia che «offre, oltre al godimento estetico, spunti di riflessione incrociata su un periodo della storia dell'arte ardito e caratterizzato dalla sperimentazione in vari campi». A proposito delle opere grafiche, il settimanale Azione ha evidenziato che «spiccano gli studi di nudo collocati nella sala che rievoca l'atelier di Vela, disegni che testimoniano l'abilità dell'artista anche con la matita (non a caso i critici dicevano di lui che disegnava come un pittore e non come uno scultore) e che spiegano quello stile pittoricista della sua produzione plastica che tanto lo ha distinto dai colleghi».
Le opere esposte confermano ancora una volta che, come scrive Pietro Montorfani su Azione, «Vela era un mito e, quel che più colpisce, non ha mai veramente smesso di esserlo. Se possibile, la sua caratura è cresciuta con il tempo invece di diminuire».